Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte

1^ canto dell’Inferno.

Virgilio.

Sulla piaggia diserta. Dante dice a Virgilio: «Ora sei tu quel famoso Virgilio e quella sorgente che fa uscire nel parlare un fiume di eloquenza così ubertoso?».

Publio Virgilio Marone fu uno dei più grandi poeti della letteratura latina. Nato ad Andes, nei pressi di Mantova, nel 70 a.C., a Napoli frequentò la scuola epicurea di Sirone. Colpito dalla confisca delle terre a favore dei veterani della battaglia di Filippi (42 a.C.), si trasferì a Roma, segnalandosi subito all’attenzione con la pubblicazione delle Bucoliche, dieci egloghe (componimenti di argomento pastorale) scritte tra il 42 e il 39 a.C. Entrato a far parte del circolo di Mecenate, strinse un forte e duraturo legame con Ottaviano, il futuro Augusto, Orazio e Vario Rufo. In Campania, tra il 37 e il 30 a.C., compose le Georgiche, un poema didascalico ispirato alle Opere e i giorni di Esiodo. E l’anno successivo, incoraggiato da Ottaviano, pose mano alla stesura dell’Eneide, la leggendaria storia di Enea fuggito da Troia in fiamme e approdato sulle coste del Lazio, dove divenne il progenitore degli antichi Romani. Dieci anni dopo fece un viaggio in Grecia e al ritorno morì a Brindisi. Le sue spoglie furono trasportate a Napoli grazie a Ottaviano.

A proposito del suo incontro con Dante, la Chiavacci Leonardi ha scritto: “Lo schema del canto – che raffigura l’evento interiore da cui muove il poema – è estremamente semplice: un uomo smarrito nella selva del male e dell’errore ne prende a un tratto coscienza, e tenta di uscirne, dirigendosi verso il colle soleggiato del bene; ma ne è impedito da tre fiere – le inclinazioni al male – che non riesce a vincere con le sole sue forze. Ed ecco, non richiesto, viene a lui un aiuto, nella persona di un grande poeta del mondo antico precristiano da lui più di ogni altro amato, che gli offre di guidarlo alla salvezza percorrendo i mondi ultraterreni del peccato – l’inferno e il purgatorio – per la via quindi della conoscenza del male e del pentimento. L’uomo Dante accetta, e di qui ha inizio il grande viaggio”.

@ OR SE’ TU QUEL VIRGILIO E QUELLA FONTE

Fonti: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970

Inferno, Anna Maria Chiavacci Leonardi, Mondadori, 1991 e successive ristampe

 

 

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