19^ canto dell’Inferno.
I papi simoniaci.
Nell’ottavo cerchio dell’Inferno, Malebolge. Terza bolgia. Il poeta dice a Niccolò III: «O chiunque tu sia che tieni la parte di sopra in basso, anima dolente piantata come un palo, se puoi, parla».
I simoniaci, collocati da Dante nella terza bolgia di questo cerchio, furono fondamentalmente gli uomini di chiesa, la simonia essendo la volontà di comprare o vendere per un prezzo temporale un bene intrinsecamente spirituale o una cosa temporale necessariamente connessa con la spirituale.
Il termine ha origine da Simone di Samaria o Mago. Questi, osservata l’efficacia dell’imposizione delle mani da parte degli apostoli Pietro e Giovanni, cercò di comprare con la moneta quel potere, ricevendone un netto rifiuto da Pietro. Tra i principali peccatori di questo commercio il poeta ne individuò tre: Niccolò III, Bonifacio VIII e Clemente V. Del primo se ne parlerà in separata sede.
Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, durante il suo pontificato, dal 1294 alla sua morte nel 1303, celebrò il primo anno santo della storia. Fervido interventista nella lotta tra Filippo IV il Bello ed Edoardo d’Inghilterra, e in quella tra Angioini e Aragonesi, si distinse per aver favorito l’accordo che portò alla pace tra Venezia e Genova. L’esilio di Dante da Firenze e le conseguenti condanne ebbero inizio dall’attività politica del papa verso Firenze; il poeta, infatti, aveva denunciato una missione della Chiesa contraria ai propri principi spirituali.
Clemente V, al secolo Bertrand de Got, fu eletto al soglio pontificio nel 1305, dove restò fino al 1314, anno della sua morte. Fu colui che portò la sede apostolica da Roma ad Avignone. Dove, per compiacere Filippo IV il Bello, fece annullare tutti gli atti di Bonifacio VIII e di Benedetto XI che sembravano ostili allo stesso, e gli lasciò via libera nel perseguire i Templari.
@ ANIMA TRISTA COME PAL COMMESSA
Fonte: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970