11^ canto dell’Inferno.
La tipologia dei dannati.
Nel sesto cerchio dell’Inferno, la città di Dite. Virgilio dice al poeta: «Figliolo mio, oltre questi massi ci sono tre cerchi piccoli scendendo verso il basso gradatamente, come quelli che lasci. Sono tutti colmi di spiriti maledetti; ma affinché poi ti sia sufficiente soltanto vederli, odi con attenzione come e perché sono stretti insieme. Lo scopo di ogni mala azione, che si procura avversione in Paradiso, è la lesione di un diritto, ed ogni tale scopo affligge gli altri o con la violenza o con la frode.
«Ma poiché la frode è un peccato proprio dell’uomo, è più odiata e punita da Dio; e per questo i fraudolenti stanno di sotto, e li grava un dolore maggiore. Il primo cerchio è completamente dei violenti; ma poiché si usa la violenza contro tre categorie di persone, è suddiviso e composto in tre gironi. Si può usare la violenza contro Dio, contro di sé, contro il prossimo, dico contro di loro e contro i loro beni, come apprenderai con una chiara spiegazione.
«Contro il prossimo si infliggono morte per atto di violenza fisica e ferite dolorose, e contro i loro beni rovine di case, incendi e ruberie che recano danno; e chi uccide un altro uomo e ciascuno che ferisce colpevolmente, i distruttori di città e gli autori di estorsioni, il primo girone strazia tutti divisi in differenti gruppi. Uno può essere violento contro di sé e contro i propri averi; e per questo nel secondo girone è inevitabile che si penta inutilmente ognuno che si priva della vita terrena, sperpera e consuma il suo patrimonio, e soffre là dove dovrebbe essere lieto.
«Si può usare violenza contro la divinità, rinnegando col cuore e bestemmiare contro quella, e disprezzando la natura e la sua virtù; e per questo il girone minore imprime con il sigillo della sua impronta i sodomiti e gli usurai e chi parla disprezzando Dio col cuore. La frode, da cui ogni coscienza è intaccata, uno la può usare contro colui che si fida e contro colui che non accoglie in sé la fiducia.
«Quest’ultimo tipo di frode sembra che recida soltanto il legame d’amore che la natura crea tra gli uomini; e nel secondo cerchio sono insediati ipocriti, adulatori e chi fa incantesimi, falsari, ladri e simoniaci, ruffiani, barattieri e colpevoli similmente sozzi. Con l’altro tipo di frode si distrugge quel legame d’amore che la natura crea tra gli uomini, e quello che poi si unisce, da cui si genera la fiducia speciale; e nel cerchio minore, dov’è il luogo dell’universo in cui sta Lucifero, sono consumati in eterno tutti i traditori».
Insomma, la dissertazione sulla tipologia dei dannati, “nel suo genere è un modello di esposizione lucida, ordinata, ben distribuita nelle sue parti e giova a far meglio comprendere al lettore la qualità specifica dell’arte di Dante e la presenza in essa di un robusto e non trascurabile scheletro dottrinale”, secondo il Sapegno.
@ COME UDIRAI CON APERTA RAGIONE
Fonti: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970
Inferno, Natalino Sapegno, La Nuova Italia Editrice 1968, 2^ edizione ricomposta