10^ canto dell’Inferno.
Farinata degli Uberti.
Nel sesto cerchio dell’Inferno, la città di Dite. Virgilio dice al poeta: «Voltati! Che cosa fai? Vedi là Farinata che si è alzato: lo vedrai tutto dalla cintola in su».
Farinata degli Uberti, posto da Dante in questo cerchio tra gli eretici e gli epicurei, nacque a Firenze agli albori del 1200, e quasi quarant’anni dopo diventerà il capo della sua famiglia e di tutto il partito ghibellino della città. In tale veste, nel 1248, darà un rilevante contributo alla messa al bando dalla città di molti rappresentanti del partito guelfo, tra i quali alcuni Alighieri, grazie anche al sostegno di Federico II.
Riconquistato così alla causa ghibellina il governo di Firenze, deciderà la seconda messa al bando dei Guelfi. Ma, nella successiva riunione di Empoli dei capi ghibellini, dove verrà proposta, in specie dai Pisani, la distruzione della “città del giglio”, egli sarà il solo che vi si opporrà con fermezza.
Dopo la sua morte nel 1264, e la sconfitta definitiva degli Svevi a Benevento, due anni dopo, il partito guelfo bandirà i Ghibellini dalla città, radendone al suolo le case, le prime e non a caso, quelle degli Uberti. Processati a posteriori, il buon Farinata e i suoi, tutti subiranno una condanna per eresia, o meglio per epicureismo, la dottrina filosofica per la quale i seguaci ritenevano l’anima destinata a morire col corpo.
@ VEDI LÀ FARINATA CHE SʼÈ DRITTO
Fonte: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970