Prima convien che tanto il ciel m’aggiri

4^ canto del Purgatorio.

Belacqua.

Nell’Antipurgatorio. Primo balzo. Pendici del Purgatorio. Il poeta sente dire da Belacqua: «O fratello, a che giova salire? Perché l’angelo di Dio che siede sulla porta del Purgatorio non mi lascerebbe andare ai tormenti. Prima dovrà avvenire che i cieli mi girino tanto intorno fuori da essa, quanto mi girarono intorno in vita, perché io rimandai all’ultima parte della mia vita i validi sospiri, a meno che non mi soccorra prima una preghiera che nasca su da un cuore in grazia di Dio; l’altra a che giova, che non è esaudita in Paradiso?».

Belacqua, collocato da Dante nell’Antipurgatorio tra i negligenti pigri a pentirsi, fu un suo amico e vicino di casa. A proposito di questo personaggio, l’Anonimo Fiorentino, uno dei primi commentatori della Commedia, a suo tempo scrisse: “Questo Belacqua fu un cittadino da Firenze, artefice, e facea cotai colli di liuti e di chitarre, et era il più pigro uomo che fosse mai; et si dice di lui ch’egli veniva la mattina a bottega, et ponevasi a sedere, et mai non si levava se non quando egli voleva ire a desinare et a dormire. Ora l’Auttore fu forte suo dimestico: molto il riprendea di questa sua negligenzia; onde un dì, riprendendolo, Belacqua rispose con le parole d’Aristotele: Sedendo et quiescendo anima efficitur sapiens; di che l’Auttore gli rispose: Per certo, se per sedere si diventa savio, niuno fu mai più savio di te”.

Di lui si sono trovate tracce negli archivi fiorentini, riferite a tale Duccio di Bonavia, detto Belacqua, ancora vivo nel 1299, ma morto prima del 1302, abitante nel quartiere di San Procolo, limitrofo alla residenza degli Alighieri, che era situata nel quartiere di San Martino. La Chiavacci Leonardi, a commento di costui nel canto in questione, ha precisato: “L’identificazione appare molto probabile, se non certa. La vicinanza di casa, e la professione di liutaio riferita dai commentatori, rendono ragione della «dimestichezza» di Dante con lui di cui parla l’Anonimo… Come Casella, anche questo amico è morto da poco, e la consuetudine appena interrotta sembra riprendere, al di là della morte, con modi uguali e insieme diversi, per quel velo che la soglia oltrepassata pone ora tra i due”.

@ PRIMA CONVIEN CHE TANTO IL CIEL M’AGGIRI

Fonti: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970

Purgatorio, Anna Maria Chiavacci Leonardi, Mondadori 1994 e successive ristampe

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