1^ canto del Purgatorio.
Oh care Muse!
È una verità lampante e accertata, sotto gli occhi di tutti. Le grandi opere letterarie del mondo antico, Iliade, Odissea ed Eneide per intendersi, cominciano tutte con lo stesso schema, conservatosi nei secoli. Infatti, le stesse esordiscono con un proemio, che contiene a sua volta la protasi, cioè l’esposizione del tema e l’invocazione alle Muse. La Commedia dantesca persegue questa strada, sebbene non sia da assimilare in tutto e per tutto ai poemi sopra citati. Il riscontro è presto fatto. Indugiamo ancora un poco nella prima cantica. Qui, nel 2^ canto, vv. 1-9, possiamo enucleare il proemio dell’Inferno, che ingloba in sé la protasi, vv. 1-6, e l’invocazione alle Muse, vv. 7-9. Leggiamo:
Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno
toglieva li animai che sono in terra
da le fatiche loro; e io sol uno
m’apparecchiava a sostener la guerra
sì del cammino e sì de la pietate,
che ritrarrà la mente che non erra.
O muse, o alto ingegno, or m’aiutate;
o mente che scrivesti ciò ch’io vidi,
qui si parrà la tua nobilitate.
E adesso entriamo a pieno titolo nella seconda cantica, il Purgatorio, dove i primi 12 versi del 1^ canto anche qui includono il proemio, che comprende la protasi, vv. 1-6, nonché l’invocazione alle Muse, vv. 7-12. Anche in tal caso leggiamo:
Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;
e canterò di quel secondo regno
dove l’umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.
Ma qui la morta poesì resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
e qui Calïopè alquanto surga,
seguitando il mio canto con quel suono
di cui le Piche misere sentiro
lo colpo tal, che disperar perdono.
Per completezza, anticipiamo che nella cantica del Paradiso, Apollo, dio protettore dell’arte poetica, prenderà il posto delle Muse.
@ MA QUI LA MORTA POESÌ RESURGA
Fonti: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970
La Commedia secondo l’antica vulgata, Giorgio Petrocchi, Edizione Nazionale 1966-67