2^ canto dell’Inferno.
Santa Lucia.
Sulla piaggia diserta. Il poeta sente dire da Virgilio: «Nel Paradiso c’è un’anima nobile che si rammarica per questo impedimento dove io t’invio, così che lassù mitiga il severo decreto divino. Costei chiamò santa Lucia presso di sé e disse: – Adesso il tuo fedele ha bisogno di te, e io te lo affido -. Santa Lucia, avversaria di ogni crudeltà, si avviò, e venne al luogo dov’ero, in cui sedevo con l’antica Rachele».
Santa Lucia fu convertita da Dante nell’allegoria della grazia illuminante (dono divino che coopera con l’uomo per condurlo alla salvezza). Ciò si spiega col fatto che, ammalatosi in gioventù di una seria patologia agli occhi dovuta alle troppe letture, di cui egli parla nel Convivio (III, IX, 15), ne riceve per intercessione una prodigiosa guarigione.
La sua devozione lo spinge a citarla nella Commedia almeno in tre occasioni: nella prima cantica, quella sopra menzionata; nella seconda, addormentatosi nella ‘valletta dei principi’, egli sogna di essere trasportato in alto da un’aquila fino alla porta del Purgatorio; qui Virgilio gli spiega che, invece, è stata santa Lucia; nella terza, a proposito della sua presenza nell’Empireo accanto a sant’Anna e a san Giovanni Battista, e di fronte ad Adamo, facendo tutti corona a Maria Vergine.
Fin qui il personaggio letterario. La Lucia reale fu una giovane donna appartenente a una ricca famiglia di Siracusa, che venne denunciata in quanto cristiana dal suo promesso sposo, che era pagano, quando questi si vide respinto d’improvviso. Correva l’anno 304 d. C., momento in cui la persecuzione dei cristiani, voluta da Diocleziano, era al massimo della propria intensità. Durante il processo, Lucia si proclamò seguace di Cristo. Fino al sacrificio estremo, quando subì la decapitazione senza abiurare la propria fede. La sua venerazione si estese da subito in tutta la Chiesa; in suo onore furono costruiti edifici di culto, e la sua immagine venne raffigurata in mosaici e dipinti, fino a diventare la santa protettrice delle malattie oftalmiche.
@ QUESTA CHIESE LUCIA IN SUO DIMANDO
Fonte: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970
Ottima lettura!
"Mi piace""Mi piace"