3^ canto dell’Inferno.
Celestino V.
Nell’Antinferno. Dante narra: “Dopo che io vi ebbi riconosciuto qualcuno, vidi e riconobbi l’ombra di colui che per pusillanimità rinunciò all’alta carica”.
Pietro da Morrone, posto dal poeta nell’Antinferno tra gli ignavi, salì al Sacro Soglio con il nome di Celestino V. Nato in Molise verso il 1210, si stabilì sul monte Morrone, da cui il nome, facendo l’eremita. Acquistata la fama di taumaturgo una volta trasferitosi sulla Maiella, dove fondò una congregazione di eremiti, poi inserita nell’ordine dei Benedettini, venne eletto papa nel 1294, dopo che per molto tempo la sede papale era rimasta vacante per le rivalità tra i Colonna e gli Orsini. Ma dopo cinque mesi abdicò, conscio della sua inadeguatezza nel ricoprire l’alta carica, ma anche per le pressioni del cardinale Benedetto Caetani, che lo sostituì col nome di Bonifacio VIII. Morì nel maggio del 1296 nel castello di Fumone, in Ciociaria, relegatovi proprio dal suo successore.
Contro l’identificazione del personaggio dantesco con la figura del pontefice, si svilupparono subito due teorie. La prima: il poeta non poteva condannare il papa dei cd. Spirituali (una corrente dell’ordine francescano), giustificando il passo indietro non per pusillanimità, ma per senso di responsabilità. La seconda: Dante non poteva collocare all’Inferno Celestino V, poiché era stato canonizzato nel 1313.
I primi commentatori della Commedia furono subito certi che si trattasse di Celestino V (il Lana e il Bambaglioli su tutti), anche se dal 1328 in poi cominciarono ad avvertirsi i primi dubbi, persino da Petrarca, e altri iniziarono a identificare questo personaggio con Diocleziano (Pietro, il figlio di Dante) o Esaù (Boccaccio). Sta di fatto che l’allusione doveva essere d’immediato impatto, nelle intenzioni di Dante, circa la riconoscibilità per i contemporanei e, pertanto, concordemente fu recepito come citazione indiretta del papa abruzzese.
Il quale, invece di rispondere alle istanze di rinnovamento della Curia Romana, rinunciò alla carica pontificia a causa della sua incapacità di prendere partito in rapporto alla grande responsabilità cui era stato chiamato. Comunque, il gesto di Celestino V portò alla elezione di Bonifacio VIII: poteva avercela con lui o no il poeta, che dovrà ringraziare proprio il Caetani ritenuto a torto o a ragione, dopo la sconfitta dei Bianchi, come l’ispiratore massimo degli eventi che lo porteranno in esilio?
@ VIDI E CONOBBI L’OMBRA DI COLUI
Fonte: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970
Grazie Carlo! Sono sempre emozionanti i momenti trascorsi con i versi del Sommo che tu così lievemente ci doni
"Mi piace""Mi piace"