Trovai pur sei le lettere che ‘ncise

12^ canto del Purgatorio.

Sette P meno una.

Nella prima cornice del Purgatorio. Il poeta narra: “Mentre noi volgevamo lì le nostre persone, voci cantarono così ‘Beati i poveri di spirito!’, che la lingua umana non lo descriverebbe. Ahi quanto sono differenti quegli accessi da quelli dell’Inferno! perché lì si entra accompagnati da canti, e laggiù da lamenti crudeli. Salivamo già su per gli scalini della santa scala, e avevo l’impressione di essere molto più leggero di quanto ritenessi prima lungo il terreno piano.

“E io: «Maestro, di’, quale peso mi è stato tolto, che, andando, quasi nessuno sforzo fisico è avvertito da me?».

“Rispose: «Quando le P che sono rimaste tuttora quasi svanite nella tua fronte, saranno completamente cancellate, come la prima di esse, i tuoi piedi saranno governati così dalla disposizione della volontà al bene, che non soltanto non avvertiranno più lo sforzo fisico, ma sarà per loro un piacere l’essere sospinti a salire».

“Quindi io agii come coloro che vanno con una cosa in testa di cui loro non si rendono conto, se non che i gesti degli altri li fanno sospettare; per cui la mano si sforza di verificare, e fruga e trova e svolge quel compito che non si può adempiere con la vista; e con le dita della mano destra allargate trovai soltanto sei le lettere che l’angelo portiere mi descrisse col puntone della spada sulla fronte: alla qual cosa guardando, la mia guida sorrise”.

@ TROVAI PUR SEI LE LETTERE CHE ‘NCISE

Fonte: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970

Lascia un commento