S’io son d’udir le tue parole degno

7^ canto del Purgatorio.

I due Mantovani.

Nell’Antipurgatorio. Secondo balzo. Pendici del Purgatorio. Sordello da Goito dice a Virgilio: «O gloria degli Italiani, per cui l’idioma italico rese palese ciò di cui era capace, o eterno onore del mio luogo d’origine, quale merito o quale grazia divina ti mostra a me? Possa io essere meritevole di ascoltare le tue parole, dimmi se vieni dall’Inferno, e da quale cerchio».

Dopo che i due si sono abbracciati, dopo la lunghissima ‘digressione’ dantesca che occupa oltre la metà del canto precedente a questo, dopo che essi si sono sciolti da quell’abbraccio, e il primo chiesto al secondo chi egli fosse (sentendosi rispondere con un semplice “Io sono Virgilio, e per nessun altro peccato persi il Paradiso che per non avuto la fede in Cristo”), Sordello da Goito replica al suo conterraneo nel modo riportato sopra.

Il Sordello che appare in questa prima parte del 7^ canto è il Sordello che omaggia Virgilio, da ‘minore’ a ‘maggiore’; nulla a che vedere quindi con la sua precedente apparizione nel 6^ rappresentato a guisa di leon quando si posa, quindi con altera fierezza. In questa occasione, invece, un poeta, un trovatore, celebra l’eccellenza di un altro poeta (accadrà la stesso quando Stazio, che Virgilio incontrerà molto più avanti, si comporterà come Sordello da Goito).

E a proposito del Virgilio personaggio e poeta, e non guida e maestro di Dante, “… in tutta la scena risuonano così, come accade nelle altre due ad essa parallele”, chiosa la Chiavacci Leonardi, “quasi due corde: la grandezza del poeta da una parte, la sua esclusione del paradiso dall’altra. La dolorosa condizione che ne deriva, profondamente sofferta ma accettata, genera come negli altri luoghi un movimento di alta e mesta poesia, che imprime ai versi un ritmo elegiaco, proprio nel dolore a cui non ci si ribella: Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l’alto Sol che disiri e che fu tardi per me conosciuto (n.d.r. 7^ canto, vv. 24-27; queste le parole di Virgilio in risposta alla domanda dell’altro, che vuole essere edotto circa la di lui provenienza)”.

@ S’IO SON D’UDIR LE TUE PAROLE DEGNO

Fonti: Enciclopedia dantesca, Treccani 1970

Purgatorio, Anna Maria Chiavacci Leonardi, Mondadori 1994 e successive ristampe

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