13^ canto dell’Inferno.
Seconda parte.
Io sentivo da ogni punto lamentarsi e non vedevo alcuno che lo facesse; per cui io mi fermai tutto turbato. Io credo che egli credette che io credessi che i tanti lamenti provenissero, tra quei pruni, da dannati che non fossero a noi visibili.
Perciò il maestro disse : “Se tu recidi qualche ramoscello frondoso di una di queste piante, i tuoi pensieri si riveleranno tutti vani”.
Di conseguenza protesi la mano un poco avanti e divelsi un ramoscello da un grande cespuglio spinoso; e il suo ramo troncato gridò. “Perché mi rompi?”. Dopo che fu diventato poi di colore scuro per il sangue, ricominciò a dire: “Perché mi strappi? tu non hai nessun sentimento di compassione? Fummo uomini, e ora siamo diventati cespugli spinosi: la tua mano tuttavia avrebbe dovuto essere più pietosa, anche se fossimo state anime di serpi”.
Come da un pezzo di legno verde che sia acceso a una delle estremità, che dall’altra stilla gocce di linfa e stride per l’aria che fuoriesce, così dal moncone del ramo spezzato uscivano insieme parole e sangue; cosicché io lasciai cadere l’estremità del ramo, e stetti come chi teme.
@ IO SENTIA D’OGNE PARTE TRARRE GUAI