13 canto dell’Inferno.
Prima parte.
Nesso non era fino allora giunto di là, quando noi ci avviammo attraverso un bosco che non era delineato da nessun tracciato. Non foglie verdi, ma di colore scuro; non rami lisci e nodosi, ma contorti e intrecciati; non vi erano frutti, ma spine con veleno. Non hanno dimora tra cespugli spinosi così pungenti né così fitti quegli animali selvatici che sfuggono tra Cecina e Corneto i luoghi coltivati.
Lì costruiscono i loro nidi le sozze Arpie, che scacciarono i Troiani dalle Strofadi con la funesta predizione di una futura rovina. Hanno larghe ali, e colli e volti umani, zampe con artigli, e il grande addome ricoperto di penne; emettono lamenti terrificanti sopra gli alberi.
E il valente maestro mi cominciò a dire: “Prima che t’inoltri maggiormente, sappi che sei nel secondo girone, e vi sarai fino a quando tu giungerai nello spaventoso terreno sabbioso. Perciò presta attenzione appieno; così vedrai cose che priverebbero di fiducia il mio ragionamento”.
@ NON FRONDA VERDE, MA DI COLOR FOSCO
Caro Carlo, come sempre riesci al elogiare ed elevare alla semplice comprensione la narrazione dei luoghi e del suo pensiero rivolto ai nemici posti nei vari gironi. complimenti
"Mi piace""Mi piace"