11^ canto dell’Inferno.
Quinta parte.
E io: “Maestro, il tuo ragionamento si sviluppa in modo assai coerente, e suddivide assai compiutamente questa profonda voragine e i peccatori che essa ha in possesso. Ma dimmi: quelli della palude melmosa, che travolge il vento, e che colpisce la pioggia, e che si scontrano con parole così mordaci, perché essi non sono puniti nella parte interna della città di Dite, se li ha in inimicizia Dio? e se non li ha, perché sono puniti in questo modo?”.
Ed egli mi disse: “Perché il tuo acume devia tanto da quel che suole seguire? oppure la mente verso quale altro luogo guarda? Non ti ricordi di quelle parole con le quali l’Etica da te conosciuta tratta ampiamente i tre abiti peccaminosi che il Paradiso condanna, l’incontinenza, la tendenza al male e la violenza bruta? e come l’incontinenza reca meno offesa a Dio e si procura meno riprovazione? Se tu consideri attentamente questa tesi, e ti ricordi chi sono quelli che fuori della città di Dite subiscono la pena inflitta come punizione, comprenderai sicuramente perché siano separati da questi malvagi, e perché la giustizia divina meno adirata li punisca “.
@ NON TI RIMEMBRA DI QUELLE PAROLE