11^ canto dell’Inferno.
Prima parte.
Sull’orlo di un’alta parete che era costituita da grandi pietre spezzate ammassate in forma circolare, giungemmo sopra una folla di anime tormentate più crudelmente; e lì, per il ripugnante eccesso del fetore che la parte più profonda dell’Inferno diffonde, ci avvicinammo, arretrando, alla pietra sepolcrale di un grande avello, in cui io vidi un’iscrizione che diceva: “Custodisco papa Anastasio, il quale Fotino distolse dall’ortodossia”.
“La nostra discesa bisogna sia ritardata, così che l‘olfatto si abitui in qualche modo prima al soffio fetido; e poi non ci presteremo più attenzione”.
Così il maestro; e io gli dissi: “Trova qualche rimedio tanto che il tempo non trascorra sprecato”. Ed egli: “Vedi che penso a ciò”.
@ LO NOSTRO SCENDER CONVIENE ESSER TARDO