Che spettacolo deve essere stato per Dante vedere il Minotauro in persona saltellare per la rabbia che non riesce a smaltire in altro modo, dopo che Virgilio, avendolo visto tutto appiattito sopra alcuni affioramenti rocciosi, lo ha rimproverato aspramente!
“Non è Teseo, colui che ti uccise nel mondo, ad essere sceso fin quaggiù”, gli ha detto Virgilio con voce stentorea. “Non ti preoccupare, non è lui. Ora, però, fatti da parte, bestia; perché costui non è stato mandato da tua sorella, ma lo vedi qui soltanto perché sta percorrendo tra i dannati la via della redenzione”.
E così, “com’è un toro che tenta di sciogliersi dai lacci, mentre ha già avuto la botta finale, il quale non ce fa più a camminare, ma si muove a piccoli salti da una parte e dall’altra, così io vidi il Minotauro fare altrettanto”, chiosa Dante nel racconto.
Per cui il maestro, davanti alla scena del mostro – in funzione di guardiano del settimo cerchio – che non riesce a starsene buono, ma zampetta come un ossesso di qua e di là, si rivolge al poeta e gli urla contro: “Corri alla frana, presto: finché esso è infuriato, è meglio che tu scenda”.
Lettore, siamo giunti nel canto dodicesimo dell’Inferno, e da poco ci siamo addentrati nelle viscere dello stesso.
“Così prendemmo via giù per lo scarco di quel dirupo”, ci informa il poeta, in realtà, una vera e propria frana, i massi della quale si spostano sotto i piedi di Dante, a causa del peso insolito che sono costretti a sopportare.
Mentre scende, stando attento a dove mette i piedi – e seguendo le indicazioni del maestro, “Io andavo meditando”, dice Dante – si sta chiedendo il motivo della presenza di quel dirupo.
E il maestro, voltandosi di scatto, presagendo il dubbio che assilla l’allievo, gli si rivolge con voce affettuosa, dicendogli: “Figliolo, so che stai pensando a questa frana, che è difesa dal Minotauro. Devi sapere allora che l’altra volta in cui scesi nella parte bassa dell’Inferno, per liberare un’anima dal nono cerchio, questa rupe ancora non era precipitata…”
E qui si ferma, additando il fondovalle.