10^ canto dell’Inferno.
Terza parte.
Io avevo già fissato intensamente il mio sguardo nel suo; ed egli si drizzava sulla persona col petto e con la fronte come se avesse l’Inferno in grande disprezzo. E le sollecite e risolute mani della guida mi spinsero tra le sepolture verso di lui, dicendo: “Le tue parole siano convenienti”.
Quando io fui alla base della sua tomba, volse un poco lo sguardo verso di me, e poi, quasi sdegnoso, mi domandò: “Chi furono i tuoi antenati?”.
Io che ero animato dal desiderio di ubbidire, non glieli nascosi, ma glieli manifestai interamente; per cui egli alzò le sopracciglia un poco in su; poi disse: “Furono nemici con ostinazione a me e ai miei avi e alla mia fazione, così che li scacciai due volte”.
“Se essi furono scacciati, tornarono da ogni luogo”, io gli risposi, “l’una e l’altra volta; ma i vostri non impararono pienamente l’arte del ritorno”.
@ IO CH’ERA D’UBIDIR DISIDEROSO