9^ canto dell’Inferno.
Quarta parte.
“Venga all’Inferno Medusa: così lo faremo di pietra”, dicevano tutte rivolgendo lo sguardo in giù; “con nostro danno non punimmo l’attacco di Teseo”.
“Rivolgiti indietro e tieni serrati gli occhi; perché se appare Medusa e tu la vedessi, non sarebbe più possibile tornare sulla terra”.
Così disse il maestro; ed egli stesso mi fece rivolgere nella direzione opposta, e non si contentò che io tenessi le mie mani sugli occhi, ma vi aggiunse anche le sue. O voi che avete gli intelletti sgombri da errore, sforzatevi d’intendere l’ammaestramento che si cela sotto il senso letterale dell’allegoria. E già arrivava su per le acque fangose un rumore violento e improvviso, spaventoso, per cui tremavano ambedue le rive, non diverso da un vento vorticoso causato dallo scontrarsi di vapori di caldi e secchi elevati dalla terra, che colpisce la selva e senza nessun ostacolo rompe, getta a terra e trascina fuori i rami; avanza con il suo alto fronte in un nugolo di polvere, e mette in fuga gli animali e i pastori.
@ O VOI CH’AVETE LI ‘NTELLETTI SANI