8^ canto dell’Inferno.
Quarta parte.
E io: “Maestro, sarei molto desideroso di vederlo aggredito e immerso in quest’acqua sporca prima che noi usciamo dalla palude”.
Ed egli a me: “Prima che ti si renda visibile la sponda, tu sarai soddisfatto: dovrà accadere che tu prova il godimento di tale desiderio”.
Poco dopo ciò io vidi straziare costui dai dannati imbrattati di fango, tale che tuttora ne esalto con lodi e ne rendo grazia a Dio. Tutti gridavano: “Dagli a Filippo Argenti!”; e il collerico spirito fiorentino mordeva sé stesso. Lì lo lasciammo, che non ne parlo più; ma un lamento mi colpì l’udito, per cui io spalanco l’occhio per guardare intensamente davanti.
Il valente maestro disse: “A questo punto, figliolo, si avvicina la città che ha nome Dite, coi cittadini gravati di pene, con la grande schiera dei diavoli”.
@ QUIVI IL LASCIAMMO, CHE PIÙ NON NE NARRO