7^ canto dellʼInferno.
Sesta parte.
Noi attraversammo il cerchio fino all’altro margine presso una sorgente che ribolle e si rovescia per un rigagnolo che scaturisce da lei. L’acqua era nera assai più che scura; e noi, insieme alle acque color della cenere, procedemmo giù per un aspro percorso. Questo triste ruscello sfocia nella palude che ha il nome Stige, quando è disceso ai piedi del malagevole pendio grigio. E io, che stavo intento a guardare, vidi dannati in quella palude imbrattati di fango, tutti nudi, con il viso crucciato. Questi battevano non soltanto con le mani, ma con la testa e col petto e coi piedi, mordendosi violentemente coi denti pezzo a pezzo.
@ TRONCANDOSI CO’ DENTI A BRANO A BRANO