6^ canto dell’Inferno.
Quarta parte.
Ed egli a me: “La tua città, che è colma d’invidiosi così che già si riversa fuori, mi accolse in sé nella vita terrena. Voi concittadini mi chiamaste Ciacco: per il rovinoso peccato della golosità, come tu vedi, divengo fiacco alla pioggia. E io anima sciagurata non sono sola, perché tutte queste stanno con un tormento uguale per una colpa uguale”. E non proferì più verbo.
Io gli risposi: “Ciacco, la tua pena mi addolora così, che mi dispone al pianto; ma dimmi, se tu lo sai, a quali estremi approderanno i cittadini della città divisa in partiti; se qualcuno vi è fautore di giustizia; e dimmi la ragione per cui l’ha presa in possesso tanta ostilità”.
@ E IO ANIMA TRISTA NON SON SOLA
Grazie al Sommo ed anche a te Carlo per quegli spazi piacevoli che ci doni
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bravissima
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Non ci renderemo mai abbastanza conto di quanto dobbiamo essere grati, noi, piccoli nani, al cospetto di tali immortali giganti, viaggiatori di inesplorate mete dell’animo umano.
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