6^ canto dell’Inferno.
Terza parte.
Noi passavamo su per le ombre che la pioggia opprimente abbatte, e poggiavamo i piedi sopra la loro parvenza che appare corpo. Esse erano distese in terra tutte quante, eccetto una che si alzò a sedere, subito che ci vide passarle davanti.
“O tu che sei condotto attraverso questo Inferno”, mi disse, “riconoscimi, se ti riesce: tu nascesti prima che io morissi”.
E io a lui: “La sofferenza intollerabile che tu hai forse ti toglie dalla mia memoria, così che mi sembra che non ti abbia mai visto. Ma dimmi chi sei tu che sei posto in un luogo così doloroso, e hai questo tormento, che, se un altro è più intenso, nessuno riesce così repellente”.
@ ELLE GIACEAN PER TERRA TUTTE QUANTE