3^ canto dell’Inferno.
Sesta parte.
Di qui in poi cessarono di muoversi le barbute guance al timoniere della livida palude, che aveva gli occhi cerchiati di un acceso riverbero. Ma quelle anime, che erano affrante e nude, mutarono colore e batterono i denti, subito che capirono le parole dure. Maledicevano Dio e i loro genitori, l’umanità e il luogo e il tempo della nascita e i padri dei loro padri e il seme da cui erano stati generati.
Poi si radunarono tutte quante insieme, piangendo forte, presso la riva intrisa di male che aspetta ciascuno che non teme Dio. Il demonio Caronte, con gli occhi come carboni ardenti facendo loro cenni, le riunisce tutte; percuote col remo ognuna che indugia. Come in autunno le foglie si staccano l’una dietro l’altra, fino a quando l’albero vede a terra tutte le sue fronde, analogamente le anime dannate si imbarcano da quella riva ad una ad una, con comandi fatti con cenni come il falco si precipita a terra al richiamo del falconiere. Così se ne vanno su per l’acqua di colore scuro, e prima che siano sbarcate di là, un altro gruppo di nuovo si raduna di qua.
@ COME D’AUTUNNO SI LEVAN LE FOGLIE