1^ canto dell’Inferno.
Seconda parte.
In quel momento cessò alquanto la paura, che nel profondo del cuore si era protratta a lungo durante la notte che trascorsi con tanta angoscia. E come quegli che con il respiro affannoso, uscito fuori dal mare e approdato alla spiaggia, si rivolge verso l’acqua insidiosa e la guarda con intenzione, così il mio animo, che ancora era in fuga, si rivolse indietro a contemplare il passaggio che non fece rimanere mai viva nessuna persona.
Dopo che ebbi in qualche modo dato riposo al corpo affaticato, m’incamminai per il solitario pendio, così che il piede saldo era di continuo posto a un livello inferiore. Ed ecco, quasi all’inizio del declivio, una lonza agile e molto veloce, che era ricoperta da un pelo chiazzato; e non si allontanava dal mio cospetto, per di più impediva tanto il mio camminare, che mi voltai molte volte per ritornare indietro.
@ UNA LONZA LEGGERA E PRESTA MOLTO
Grande Carlo ! E’ un piacere leggere i Tuoi pezzi sulla Divina Commedia.
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