1^ canto dell’Inferno.
Terza parte.
Era la prima ora del mattino, e il sole si muoveva verso l’alto con quella costellazione che era con lui quando l’amore divino mosse per la prima volta gli astri; così che mi davano motivo per sperare in modo conveniente riguardo a quella fiera dalla pelliccia screziata l’ora mattutina e la mite stagione; ma non così che non mi arrecasse la paura la sembianza di un leone che mi si manifestò.
Questi appariva che mi venisse incontro con la testa eretta e con una fame da far diventare irosi, così che avevo l’impressione che l’aria ne tremasse. Ed una lupa, che sembrava oppressa da tutti i segni dell’avidità nella sua magrezza, e fece già vivere infelici molte persone, mi turbò tanto con la paurosa minaccia che nasceva dal suo aspetto, che io persi la speranza di raggiungere la vetta del colle.
@ LA VISTA CHE M’APPARVE D’UN LEONE